Dobbiamo imparare a pensare senza tramonti - Mostra Personale di Davide Militano - 05 // 27.06
Dobbiamo imparare a pensare senza tramonti
Un progetto di Davide Militano
A cura di Anna Vassena
Alveare Culturale Studio, Milano
5 – 27 giugno 2025
Dobbiamo imparare a pensare senza tramonti nasce e si costruisce attorno al concetto di soglia come spazio vivo, luogo di passaggio o di sospensione tra ciò che è stato e ciò che ancora non è, ma sempre sul punto di divenire. Un punto da superare o una condizione esistenziale permanente: stare nella soglia significa abitare l’attimo in cui il tempo si espande, si contrae e si trasforma. Il progetto riflette sul tempo come esperienza percettivo/soggettiva e fenomeno fisico, intrecciando vissuto personale e suggestioni provenienti dalla Meccanica Quantistica, che diventano strumenti poetici per indagare ciò che sta a cavallo tra il possibile e il reale.
Toom t Boom ∞ è capace di combinare l’astronomia al gioco, con una semplicità che richiama l’infanzia, generando una dimensione emozionale che evoca un movimento interrotto. L’opera esplora una tensione sospesa: Toom è l’impulso iniziale; ( t ) il tempo congelato; Boom l’esplosione trattenuta all’infinito. Come un limite matematico, l’evento si avvicina al compimento senza mai realizzarsi. Ne nasce uno stato di sospensione percettiva, dove il silenzio sostituisce il suono e la quiete diventa carica potenziale. Un’equazione impossibile, metafora di un tempo latente che vibra dentro di noi, ma senza scorrere.
Una capsula del tempo per Stelle che hanno smesso di bruciare, così possiamo intenderla. L’opera una nasce da un’esperienza personale di lutto e riflette sulla trasformazione del legame tra memoria e assenza. Un orologio a pendolo racchiude delle palline rimbalzine: evocazione spensierata dell’infanzia e al contempo allusione alle stelle ormai spente, che continuano a brillare nei ricordi. Attraverso la metafora del calore – inteso non solo come fenomeno fisico ma come energia affettiva – l’opera racconta come ciò che si perde continui a esistere sotto altre forme. Incisa sull’opera, una poesia dell’artista accompagna una riscrittura inversa del secondo principio della termodinamica suggerendo che l’entropia possa, in realtà, anche diminuire. L’opera diventa così strumento di ascolto interiore, dove la memoria si fa presenza e la materia scientifica incontra quella intima ed emotiva.
Al centro spazio, l’installazione scultorea Nell’inganno della soglia, prende la forma di un monolite imponente, apparentemente impenetrabile, al cui interno pulsa un raggio verde. Questo elemento luminoso, ispirato all’omonimo e raro fenomeno atmosferico visibile al tramonto, diventa metafora di un desiderio impossibile da afferrare: come una porta che si apre ma si richiude troppo presto. L’opera interroga la relazione tra percezione e realtà attraverso il raggio verde, simbolo di verità, speranza e ambiguità, ma al tempo stesso presenza e assenza, promessa e dubbio. Nell’atto di inseguirlo, l’osservatore si confronta con i limiti della comprensione e con il carattere illusorio dell’evidenza, in un confine tra il giorno e la notte, tra ciò che conosciamo e ciò che sfugge.
Fantasia e Fuga è una citazione al celebre paradosso del gatto di Schrödinger; un richiamo alla soglia tra realtà e percezione di essa. L’opera mette in luce l’incessante ricerca di significato che è parte integrante dell’esperienza umana. Ma forse il senso non è qualcosa da trovare, bensì una soglia nel mezzo in cui stare. In uno spazio di sospensione dove diverse possibilità coesistono e diventano una sola.
Dobbiamo imparare a pensare senza tramonti è un passaggio, un’invito ad abitare a cavallo tra tra ciò che conosciamo e ciò che immaginiamo. Un richiamo ad estendere, con la nostra presenza, la sottile soglia che divide realtà e immaginazione. Il senso non si impone, ma affiora nell’attimo sospeso, fragile e provvisorio. Non ci sono conclusioni da raggiungere: solo contraddizioni da abitare, come forme possibili di conoscenza. Ogni opera diventa un punto d’osservazione mobile, dove il tempo si contrae, si espande e si trasforma. Forse è proprio in questa apertura all’incertezza che il pensiero può trovare un suo vero inizio.
Davide Militano (Palmi, 1998), è un artista e visual designer con base a Milano. La sua ricerca nasce dall’incontro tra rigore scientifico e immaginazione poetica. Militano attraversa il tempo come materia mobile: lo osserva, lo misura, lo ascolta nei suoi scarti e nelle sue accelerazioni. La scienza e in particolare la fisica, sono per lui solo un campo di possibilità percettive e affettive attraverso cui indagare queste dinamiche. Allo stesso modo, il gioco – nella sua forma più essenziale – è un dispositivo conoscitivo: una lente attraverso cui guardare la complessità del reale con occhi curiosi, senza la pretesa della conoscenza. Militano non impone letture, ma costruisce spazi in cui lo spettatore può sostare, interrogarsi e immaginare. Le sue opere si muovono tra memoria personale, linguaggio scientifico e dimensione archetipica, aprendo connessioni inattese tra razionalità e mistero. Un gesto di attenzione verso l’invisibile: un’indagine aperta su ciò che ancora non riusciamo a comprendere.
LUSTRINI & ROSA CANINA, Ciaccia Levi, Milano, 2024; Cosa accadrebbe se ci incontrassimo nello stesso posto, P.AR.CO – Polillo Art Container, Milano, 2024; From Invisible to Visible, curata da Andris Brinkmanis e Letizia Mari BacteriArt3 – Miart 2024, NABA Campus, Milano, 2024; Travelling Gaze, curata da Letizia Mari e Nicolò Colciago, Stazione di Cadorna, Milano, 2023



Informazioni
📍 Alveare Culturale Studio
Via Carlo Imbonati, 12 – Milano
📆 Dal 5 al 27 giugno 2025
🎉 Opening: giovedì 5 giugno, dalle 18:30 alle 21:30
🎟 Ingresso gratuito
🕒 Orari di apertura: mercoledì–domenica, 14:00–19:00